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Dik Dik

BIOGRAFIA

Dik Dik sono probabilmente il più importante gruppo musicale pop rock italiano. E non tanto per la lunga sequenza di hit che ha permesso loro di diventare tra gli anni Sessanta e i Settanta la band con il maggior numero di successi in classifica. Ma soprattutto perché hanno il merito storico di aver importato in Italia, e fatto amare dal pubblico, il sound californiano che spopolava nel mercato discografico anglosassone in quegli anni.

Sono i primi anni Sessanta quando alcuni amici e compagni di scuola cominciano a strimpellare alle feste studentesche. Anni di fermento, di tentativi, di sperimentazioni, di curiosità e di grande innovazione: Pietruccio (Pietro Montalbetti) e Lallo (Giancarlo Sbriziolo) frequentano la stessa scuola elementare, abitano nello stesso quartiere di Milano e passano il tempo con gli stessi amici. Quando cominciano a pensare di mettere insieme un complesso per divertirsi alle feste a scuola conoscono Pepe (Erminio Salvaderi) e con lui nasce un'amicizia vera, di quelle che dalla tenera età ti accompagnano fino alla maturità. 

Milano è la punta avanzata della trasformazione sociale degli anni Sessanta: i giovani vogliono vivere, nuovi locali aprono continuamente e c'è fame di musica, di chitarre, di dischi rock & roll. La band comincia a farsi conoscere con il nome Dreamers, poi si fanno chiamare Squali, e infine Dik Dik, la gazzella africana, velocissima come la loro voglia di imparare e crescere. Per affermarsi e sfondare in quel mondo pieno di possibilità da cogliere. Sono iBeatles, ovviamente, la loro prima passione: dischi e dischi fatti girare e ascoltati cercando di carpire i segreti e i trucchi di quella musica così semplice e così accattivante. 

Poi un giorno, dopo aver a lungo insistito, riescono a ottenere un'audizione da parte della Ricordi, la più importante casa discografica italiana dell'epoca: nei corridoi incontrano un altro giovane, a Milano per lo stesso motivo. È Lucio Battisti. Sia Battisti che i Dik Dik ottengono una prima scrittura e cominciano a collaborare con Giulio Rapetti, in arte Mogol, e ne nasce un sodalizio floridissimo, che nel gito di pochi anni sforna un successo dietro l'altro. 

Il primo singolo si intitola "1-2-3" ed è lanciato da Gianni Boncompagni, in anteprima assoluta, a Bandiera Gialla. Il gruppo è formato da Pietruccio Montalbetti, Sergio Panno (batteria), Mario Totaro (tastiere), Lallo (Giancarlo Sbriziolo, voce e chitarra) e Pepe (Erminio Salvaderi, chitarra e seconda voce) e il connubio con Battisti e Mogol sale in rampa di lancio: nei successivi sette anni usciranno "Sognando La California", "Il Mondo È Con Noi", "Guardo Te E Vedo Mio Figlio", "Il Vento", "Vendo Casa", "Dolce Di Giorno", "Se Io Fossi Un Falegname", "Io Mi Fermo Qui", "Il Primo Giorno Di Primavera", "Senza Luce".

Testi italiani, musica d'oltreoceano. La scelta di fare proprio cover di grandi successi internazionali ("California Dreamin'", "A Whiter Shade Of Pale", "If A Were A Carpenter", "Mighty Quinn") è vincente non solo sul piano discografico, con canzoni che catturano il cuore dei fan italiani, ma anche su quello storico: la tradizione italiana subisce un impatto decisivo, svecchia il suo repertorio e si aggiorna ai ritmi californiani e inglesi, al rock e al beat, aiMamas & Papas e ai Procol Harum. Dopo la collaborazione artistica con Battisti e Mogol i Dik Dik trovano sulla loro strada un altro grande artista, capace di infondere nuovo vigore alla loro musica: con Maurizio Vandelli arrivano altri successi ("L'Isola di Wight", "Viaggio Di Un Poeta", "Storia Di Periferia", "Help Me") ma soprattutto il decollo definitivo verso una dimensione internazionale: il festival di Montreaux (dopo aver transitato ovviamente da quello di Sanremo), poi Cuba, il Cile, ancora il Sudamerica e poi gli Stati Uniti, sempre sulla cresta dell'onda del loro successo. Intanto però la formazione originale ha dovuto subire diversi cambi di lineup: prima se ne vanno Panno e Totaro, sostituiti da Roberto Carlotto (tastiere) e Nunzio "CuccioloFavia (batteria). Nel 1977 è la volta di Giancarlo "Lallo" Sbriziolo, sostituito dal chitarrista Roberto Facini. L'anno successivo arriva un altro chitarrista, Rosario Brancati, ma nel 1980 Roberto Carlotto lascia il posto al tastierista Joe Vescovi, già collaboratore dal 1974.

Dopo un periodo di appannamento, qualche scelta discografica poco azzeccata ("I'Te Vurria Vasà") e qualche altro successo nazionale ("Laser Vivente" e "Giornale Di Bordo") sul finire degli anni Ottanta, nel 1982 arriva lo scioglimento (seppur informale) dei Dik Dik. Torneranno nel 1986, con il solo terzetto delle origini (Pietruccio, Pepe, Lallo) con in più Joe Vescovi e un gruppo di turnisti con i quali riscaldano l'apprezzamento del pubblico soprattutto attraverso le date live e le trasmissioni amarcord come "Una Rotonda Sul Mare": una nuova apparizione festivaliera a Sanremo, in compagnia di Camaleonti e Maurizio Vandelli (con il brano "Come Passa Il Tempo") li riporta alla ribalta e a una nuova giovinezza artistica.

Discografia

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