Dopo aver cantato sul Palco dell'Ariston la cover di “O' Sarracino” di Renato Carosone, oggi Neffa è stato intervistato da Fiorella Felisatti ed Enzo Miccio negli studi del Fuori Sanremo by Lancome.

Come stai? “Sto bene, chiaramente è venerdì e si inizia ad accusare un po’. Ieri ci sono state le cover ed è stata grande baldoria”.

Io volevo parlare di “O' Sarracino”. Tu hai scelto questo pezzo, Rocco Hunt “Tu vuò fa' l'americano”, due brani di Carosone... “È stata un po’ colpa mia. La prima cover su cui ero andato non l’ho fatta. Volevo chiarire la mia posizione sulle canzoni napoletane, che mi piacciono molto, Murolo su tutti. Nota quanto è attuale Carosone: un giovane rapper come Rocco e un vecchio rapper come me che scelgono Renato...”.

Abbiamo parlato di Rocco. Tu sei stato uno dei pionieri del rap, sarai contento del periodo d’oro che sta vivendo? “Io sono contento, però è come dire nel 2002 che il punk sta vivendo un grande momento. Tre anni fa mi sembrava più di moda, però sicuramente è un grande periodo per il rap a Sanremo, visto che ci sono ben due rapper in gara. C’è un’ala di hip hop più fondamentalista e quella rivolta alla musica popolare: penso a Rocco, Clementino, Fedez, J-Ax, Fabri Fibra... Utilizzano canoni rap ma con un mercato e un approccio popolare”.

“Sogni e nostalgia”, la canzone con cui sei in gara è positiva... “Meno male che l’hai notato. Molti mi dicono che è una canzone in cui in cui si percepisce o il sogno o la nostalgia a seconda di come ci si sente”.

Ma vogliamo parlare di quella piuma con cui ti sei esibito... “Normalmente una piuma dovrebbe farmi fuggire, io l’ho trovata onesta ma ascolto il parere degli esperti. Non indosserò mai più una piuma se non, forse, per l’intimo...”.

Neffa, oggi esce “Resistenza Edizione Speciale”... “Il mio album 'Resistenza' è uscito a settembre. Io tendenzialmente esco sull’estate. Faccio fatica a programmare un disco su febbraio. Penso che questo disco meriti un secondo ascolto, per questo è stato rivitalizzato con due brani nuovi, uno è 'Sogni e nostalgia, l'altro 'O' Sarracino' con i Bluebeaters”.

Tu scrivi per molti artisti. È vero che hai scritto anche per suor Cristina? “J-Ax mi chiamò una domenica alle due per chiedermi se avevo un pezzo per suor Cristina. Io avevo una cosa scritta tempo addietro, abbastanza gospel. Ax le ha detto di fare tutte le note blues che faccio io ma lei giustamente ha interpretato il pezzo a suo modo. Io sono così, se mi chiami alle due può essere che alle sette ti mando un pezzo”.

Tu ti lasci guidare dall'ispirazione quando scrivi? “Prima credevo solo nella sacra ispirazione, se non ero ispirato passavo il tempo davanti ai videogames. A un certo punto il mio assistente mi disse che il compositore è come un ciabattino e ogni giorno deve sciabattare. Ho capito che volevo fare anche io così. Se vado in studio e non ho una musica  cerco delle parole, se no ho le parole cerco un suono, una batteria... Poi c'è un altro tipo di ispirazione, quella che mi porta a essere aperto: in quei casi, non mangio più, non dormo più, entro totalmente nel pezzo. Ad esempio, scrissi la prima strofa di “Passione” in dieci minuti, poi c'è voluto un mese per riuscire a mantenere l'estasi davanti alla musica senza sembrare meccanici. Il brano è poi diventato la colonna sonora di 'Saturno contro'”.

Quando scrivi, lo fai per te stesso? “Solo una volta non ho scritto per me. Scrissi 'Molto calmo' in una notte e la feci sentire a un’amica... Lei mi disse: Perché non dici anche 'Devi stare molto calma'?. Così ho scritto una canzone sul femminicidio. Ho parlato di una realtà che non vivo personalmente, anche se quasi sempre preferisco scrivere ciò che vivo. Però mi piace che chiunque si possa trovare in una musica...”.